Il pensiero creativo è fondamentale per lo sviluppo delle imprese e dell’umanità: senza creatività ripeteremmo sempre gli stessi schemi. Alla base di ogni azienda, quindi, c’è un’idea creativa: gli imprenditori trasformano un potenziale inespresso in realtà. Creare e fare danno vita all’innovazione.
Mitologia del successo
Nella nostra cultura è molto diffuso il mito dell’imprenditore che grazie a doti straordinarie cambia il mondo e diventa ricco. Come evidenzia Alessandro Milano in questo post, gli imprenditori vengono descritti spesso come eroi illuminati da una genialità inaccessibile a noi comuni mortali. Forse perché la creazione è considerata un atto divino e gli imprenditori, divinità contemporanee, non possono provare le fatiche degli umani.
In realtà, dietro ogni traguardo ci sono prove, paure, fallimenti: elementi naturali della vita di tutti.
E allora dov’è la differenza?
La parte più difficile del percorso imprenditoriale non è aver un’idea, ma metterla a terra in comunità naturalmente ostili al cambiamento. Per riuscirci ci vogliono determinazione, sacrifici, pazienza. E anche un pizzico di fortuna.
“Come ogni virus, è normale che l’innovazione venga attaccata dal sistema immunitario dell’organizzazione” (S Ismail)
Il podcast Modelli di Successo analizza ogni settimana storia, strategie e attitudini di persone che hanno raggiunto traguardi importanti nella vita, senza omettere gli errori, le fragilità e i momenti bui. Se ti interessa questo tema, te lo consiglio!
Perché la creatività è importante nel business?
La creatività è alla base di qualsiasi iniziativa imprenditoriale ed è una delle forze più ponenti dei cambiamento.
Man mano che un’azienda cresce, però, questa scintilla creativa tende a ridursi: arrivano le procedure di approvazione, le gerarchie, i budget. Anche la forza del pensiero si adegua a una maggiore linearità.
In molte realtà produttive il lavoro diventa ripetitivo e i numeri rivestono un ruolo centrale nel processo decisionale: le riunioni più importanti riguardano i costi, i margini, i forecast.
In un’intervista, Rory Sutherland definisce queste aziende come Sisifo: cercano di portare avanti il loro “macigno di numeri” ogni giorno con fatica e sotto la minaccia costante che tutto possa rotolare a valle da un momento all’altro.
Dall’altra parte, invece, ci sono le aziende che vivono il mercato come un’infinita partita a scacchi: un gioco molto difficile, dove l’obiettivo è essere più intelligenti del concorrente, vedendo cose che lui non ha visto.
Se il primo approccio è efficiente per mantenere lo status quo e sopravvivere, il secondo è fondamentale per rimanere un punto di riferimento per i clienti, imparando a intercettare sempre meglio le loro esigenze.
Uno studio di Deloitte mostra che l’approccio “da scacchisti” è più diffuso tra le imprese capaci di imporsi sul mercato nel lungo periodo.
Cosa le accomuna?
- sono le migliori e non le più economiche puntare sulla differenziazione e non sul prezzo
- sono focalizzate sulla crescita dei ricavi più che sulla riduzione dei costi: la soddisfazione del cliente viene prima del margine aziendale
- l’aumentare dei ricavi è correlato all’aumento dei prezzi: il valore viene riconosciuto dal mercato e remunerato.
Le conclusioni più importanti sono due:
- quando i costi diventano il tema più rilevate per un’azienda, vuol dire che non c’è una solida strategia di crescita nel lungo periodo;
- la strategia vincente è porsi l’obiettivo di essere un passo più in là degli altri.
E la creatività è il motore che aiuta a vedere opportunità nascoste anche ai brand più affermati.
Un esempio: The Dollar Shave Club
The Dollar Shave Club è un ottimo esempio di startup che ha messo in scacco un colosso: Davide contro Golia.
La storia
Micheal Dubin trovava spropositato il costo delle lamette da barba usa e getta. Ma la leva del prezzo era solidamente in mano al leader di mercato: Gilette.
Dubin, quindi, decise di fare qualcosa e nel 2011 fondò un servizio in abbonamento chiamato Dollar Shave Club.
La promessa era chiara: offrire lame usa e getta di alta qualità, direttamente a casa e a un prezzo accessibile.
La sfida
La sua sfida più grande non riguardò la produzione, ma la comunicazione: doveva farsi conoscere per conquistare la fiducia dei suoi potenziali clienti.
A differenza di Gillette, non aveva un grosso budget di marketing e per questo puntò tutto su Youtube, con un video ironico e originale che raggiunse in poco 26 milioni di views:
L’azienda è stata acquisita da Unilever nel 2016 per un miliardo di dollari: Unilever non si è limitata a comprare un’azienda, ma ha acquisito un nuovo modello di business.